Favorire l’attitudine musicale del bambino già nei primi mesi e anni di vita, insegnando ai piccoli ad esprimersi attraverso la musica, con la voce, il corpo o gli strumenti musicali secondo le potenzialità, le modalità e i tempi di ciascuno.

E’ l’obbiettivo della Music Learning Theory ideata da Edwin E. Gordon, sbarcata in Italia grazie al lavoro dell’ AIGAM, Associazione Italiana Gordon per l’Apprendimento Musicale.

“Un genitore non deve pensare che la musica sia un’arte elitaria, rivolta solo a chi è destinato a diventare musicista. La Music Learning Theory di Gordon non crea geni ma favorisce nelle nuove generazioni l’amore per la musica, coltivando la capacità di esprimere contenuti emotivi attraverso essa.”

A spiegarci di più di questo metodo che si sta diffondendo anche nel nostro paese, è Andrea Apostoli, Presidente e Fondatore di AIGAM, che, tra le numerose attività, oltre ai corsi di formazione per insegnanti e musicisti, organizza anche concerti in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e corsi di musica per bambini in asili nido e scuole d’infanzia.

“Gordon, che ha dedicato oltre 50 anni di ricerche ed osservazioni scientifiche all’apprendimento musicale nel bambino, ritiene che la musica sia un linguaggio universale, in quanto parte della storia dello sviluppo evolutivo dell’uomo, e che l’attitudine musicale sia innata, ma che per svilupparla il bambino abbia bisogno di vivere in un ambiente sociale musicalmente stimolante.”

La capacità di percepire la musica precede la capacità di comprendere la lingua. Le ricerche condotte dal Professor Gordon si fondano sui tratti comuni nel processo di apprendimento della musica e del linguaggio, arrivando a spiegare come i bambini riescono precocemente a comprendere la musica, acquisendo quella capacità di pensare musicalmente che E. Gordon indica con il termine ‘Audiation’.

“Il processo di apprendimento della musica è identico a quello della lingua materna e il potenziale musicale del bambino non è mai alto come al momento della nascita e nei primissimi anni di vita. Infatti, in età neonatale l’apprendimento è “gratuito” perché i piccoli sono più recettivi ed apprendono senza sforzo.”

L’esperienza musicale va quindi favorita sin dall’età neonatale, proprio per coltivare quel potenziale musicale innato con il quale si nasce.

Offrire da subito un ambiente sonoro stimolante si riflette positivamente sullo sviluppo emotivo, cognitivo e motorio dei bambini. Non solo. Tra gli altri benefici, la musica facilita la concentrazione, promuove le relazioni sociali, sviluppando altri aspetti della comunicazione come le emozioni, ed è in grado di prevenire problemi legati al linguaggio.

“La MLT di Gordon non prevede un avvicinamento precoce allo strumento musicale, perché non esiste un’età per imparare a suonare. In età prescolare, fino ai 6 anni, i bambini sono aiutati in modo informale, attraverso il gioco e la comunicazione, a sviluppare l’Audiation. Solo dopo i 6 anni inizia l’istruzione formale.”

“Gordon sostiene” aggiunge  Andrea Apostoli “che il corpo conosce prima che il cervello comprenda.

Non ci aspettiamo che durante i nostri incontri i bambini stiano immobili ad ascoltare, anzi c’è molto movimento spontaneo, perché loro sono dotati anche di un ascolto motorio. I piccoli hanno altissime capacità di assorbimento e di concentrazione, ma per tempi brevi. Noi ci riuniamo intorno ad un grande tappeto e i bambini sono liberi di scegliere come esprimersi. Il movimento è apprendimento e noi dobbiamo imparare ad accettare gli stili di interesse dei singoli bambini.

Ai genitori consiglio di ascoltare e far ascoltare ai propri figli musica varia purché di qualità. La musica classica va benissimo ma per lo sviluppo musicale anche la varietà nell’ascolto e la complessità sono importanti.”

Fonte: tuacitymag