Molti studiosi e musicisti hanno fervidamente sostenuto la teoria “logogenica” e “patogenica” della musica. Secondo tale ipotesi il linguaggio parlato diventa musicale in base alle emozioni e agli stati d’animo che vuole esprimere. Riporterò di seguito alcune citazioni di Spencer che confermano tale pensiero:
“Tutta la musica è, nella sua origine, vocale…le variazioni della voce sono il risultato fisiologico di
variazioni del sentimento.” “I caratteri distintivi del canto non sono altro che i tratti caratteristici, amplificati e sistematizzati, del discorso emozionale”. “La musica nasce come necessità comunicativa, come intensificazione della parola parlata e come esternazione dell’ansia”.
La principale differenza tra la parola e il suono consiste nel fatto che la prima si presenta nella duplice connotazione di significante (forma esteriore) e significato (contenuto o concetto mentale a cui il significante rinvia), mentre il secondo si avvale soltanto del significante. La parola dunque racchiude un significato, la musica significa solo per se stessa. Gli elementi prosodici del linguaggio verbale costituiscono invece un elemento comune tra la parola e il suono: il parlato contiene infatti una grande percentuale di musicalità, che si manifesta nell’intonazione, nel ritmo, nell’intensità e in molti altri aspetti sonori. Riportiamo uno schema esemplificativo tratto dal progetto “La musica di Lucy” dove immaginiamo un ipotetica sintassi musicale col suono della parola.

Saper comunicare significa riuscire ad utilizzare la voce nel modo giusto, sfruttandone tutte le potenzialità: un uso corretto ed espressivo della voce diventa indispensabile per tutti coloro che esercitano una professione in cui la comunicazione ha un ruolo centrale (attori, insegnanti, annunciatori, avvocati, commercianti…). La formazione linguistico – espressiva dell’alunno costituisce, in una prospettiva interdisciplinare, un obiettivo importante anche per l’educazione musicale e rientra nell’articolato e ampio progetto di educazione dell’orecchio e della voce. Rendere l’alunno cosciente della stretta affinità tra musica e linguaggio è utile non solo per comprendere e gustare meglio una poesia, uno slogan pubblicitario, un pezzo teatrale o un brano musicale, ma è indispensabile anche per l’uso quotidiano della lingua. Carlo Delfrati, nel suo libro intitolato “La voce espressiva”, propone una vasta scelta di attività pratiche sull’uso espressivo della voce parlante, sostenendo l’importanza didattica di questo argomento, che
molto spesso viene trascurato o addirittura ignorato dagli insegnanti.

Fonte http://insiemeascuola.altervista.org/index_file/CARAMAGNO%20CARMELA%20Relazione%20DAL%20PARLATO%20AL%20CANTO%20-%20PROSODIA%20E%20MUSICA.pdf