Sviluppo della Gestualità Musicale

di Marcello Parisi

In linea di massima quando ci esercitiamo allo strumento il nostro obiettivo è di migliorare l’abilità tecnica. Possiamo rinnovare il nostro modo di intendere la tecnica? Si potrebbe aprire una strada in cui riusciamo ad utilizzare  l’esercizio tecnico  sia per conseguire una specifica abilità strumentale e contemporaneamente sviluppare il nostro orecchio musicale ? Il presente articolo cerca di indagare questo aspetto  per passare dalla tecnica puramente strumentale ad una “gestualità musicale”,  espressione della musica e non solo di uno sterile esercizio ginnico alla strumento.

Già Edgar Willems  asseriva che non bisogna confondere l`educazione musicale con lo studio di una tecnica strumentale. Si può suonare benissimo uno strumento ma non essere capaci d`improvvisare, di comporre o accompagnare una semplice canzone popolare. In questi casi si esclude la sensibilità e l`orecchio e lo studio è orientato solo ed esclusivamente al virtuosismo strumentale. Quest`ultimo è preferito alla musicalità da molti insegnanti perché permette di raggiungere risultati più rapidi anche se sono solo fittizi che non corrispondono alle esigenze della vita dell`allievo e che li fa riconoscere diversi da chi ha basi più profonde, più solide e che continua a progredire. “L`arte dovrebbe essere lo scopo e la tecnica uno dei mezzi per raggiungerla”. Privilegiare esclusivamente la tecnica determina spesso l`atrofizzazione della sensibilità innata dell`allievo invece di consentire uno sviluppo. Per questo è importante far precedere la tecnica strumentale lavorando innanzi tutto sulla musicalità, in particolare sviluppando il senso uditivo e del ritmo nel fanciullo.

Partendo dal lavoro di Willems e facendo perno sulla Music Learnig Theory di E.E. Gordon il presente articolo propone degli spunti per concepire una tecnica che abbia parallelamente una valenza strettamente meccanica e migliori contemporaneamente la cosiddetta “Audiation” (MLT  di Gordon) . Ad esempio partendo dai pattern maggiori o minori di tre suoni (do-re.mi o do-re-mib) si possono sviluppare esercizi sullo strumento rispettando questi rapporti e trasponendoli nelle varie tonalità. La ripetizione non diventa solo allenamento motorio ma diventa strumento per interiorizzare i rapporti e gli schemi intervallari dai più semplici ai più complessi, anche cantando gli esercizi ad alta voce. La consapevolezza tecnica e uditiva di un pattern maggiore o minore, o di una successione di più note  che rimandano ad altri modi (frigio, lidio, misolidio, eolico etc…) apre la strada ad una consapevolezza del gesto tecnico che diventa audiotattile (cit. Vincenzo Caporaletti) e quindi espressione di un dato aurale e non asfitticamente motorio. Le relazioni modali che la Teoria di Gordon mette in campo per l’acculturazione musicale del bambino possono essere efficacemente utilizzate come esercizi tecnici per il proprio strumento. Oltre ai pattern diatonici e/o cromatici si possono anche utilizzare pattern accordali (MLT di Gordon) a tre, quattro o cinque suoni e ampliare lo spettro e la complessità delle relazioni intervallari funzionali allo sviluppo di una gestualità che preferiamo definire  tecnico/aurale.

Riportiamo uno esercizio esemplificativo sui pattern maggiori (modo ionico) di tre note a successione diatonica da utilizzare nei primi mesi di studio della chitarra. L’esercizio ha come obiettivo l’apprendimento di diverse combinazioni 1, 3, 4 dita mano sinistra in posizione larga (dilatazione 3, 4) e della successione diatonica tono-tono e delle sue diverse combinazioni diatonico-scalari.  I prossimi articoli organizzati in  forma di rubrica che chiameremo “Sviluppo della Gestualità Musicale” affronteranno lo studio di altri pattern diatonici o di arpeggio proponendo altri esempi. Gli esempi proposti servono da spunto in modo che ogni insegnante possa far proprio il metodo e sviluppare così dei propri esercizi  personalizzati sulle criticità tecnico-musicali dell’ allievo.